Troppo spesso focalizzando l’attenzione su risultati economici, organigrammi e ruoli si rischia di perdere di vista il buon funzionamento del cuore di una struttura organizzativa aziendale, rappresentato dal clima aziendale e dalle persone che vi operano.
L’impatto emotivo delle risorse umane che operano in azienda costituisce uno dei più importanti fattori di crescita di qualsivoglia sistema aziendale.
Ogni persona porta inevitabilmente se stessa con le proprie esperienze personali, le proprie emozioni, i propri entusiasmi e malumori in ogni ambito della vita in cui opera, compreso il contesto lavorativo, incidendo più o meno positivamente sull’atmosfera lavorativa generale.
Il fattore umano delle aziende, dunque, sebbene non possa essere del tutto controllato richiede attenzione e cura, soprattutto per ridurre quella quota di sofferenza che spesso è presente al lavoro.
Le principali emozioni che possono essere vissute e alimentate nei contesti lavorativi possono riguardare:
- paura: quando non c’è chiarezza sul futuro, personale o dell’azienda, quando i cambiamenti sono continui e poco chiari, quando ci si confronta con capi e superiori, quando si deve parlare in pubblico, quando si commettono errori, quando ci si sente inadeguati.
- rabbia: quando si percepiscono ingiustizie e torti, quando si viene trattati in modo non congruente alle aspettative, quando si viene incolpati per attività o risultati non adeguati, quando non si condividono le decisioni aziendali.
- entusiasmo: quando si contribuisce in modo costruttivo, si ottengono gratificazioni e successi, ci si sente parte di una squadra, apprezzati e importanti, quando si raggiunge un obiettivo, quando si riesce a conciliare bene lavoro e vita privata.
- tristezza: quando una rapporto professionale fallisce, quando non ci si ente ascoltati, valorizzati o adeguati, quando si vivono rapporti conflittuali con capi e colleghi, quando un’azienda chiude o sposa principi non coindivisi.
Spesso ciò che rende fallimentare la gestione del personale è l’assenza o l’inadeguatezza dell’ascolto della componente umana e delle emozioni individuali e aziendali.
La capacità di dialogare con le emozioni rappresenta un valore conoscitivo fondamentale perché ciò che proviamo non ci informa su ciò che vediamo bensì sul modo in cui guardiamo le cose.
A parer nostro non esistono situazioni e compiti semplici e difficili in assoluto, piuttosto esiste un modo di guardare l’oggetto della nostra attenzione considerandolo superabile o drammaticamente complicato da gestire; diventando semplice o difficile nella misura in cui lo percepiamo.
Se una persona o un gruppo ha paura è perché sta percependo una minaccia (reale o presunta); se prova rabbia è perché vede un ostacolo da superare o una situazione insoddisfacente da modificare; se sente tristezza è perché vive la realtà come una perdita; se prova entusiasmo è perché il suo rapporto con l’ambiente è in linea con i suoi desideri e aspettative.
Riconoscere che in ogni contesto le emozioni sono in gioco e lo saranno ancora di più in situazioni di cambiamento, evoluzione, sfida è il primo passo per imparare a sviluppare una cultura emozionale nelle persone, potenziando le capacità di ascolto e comprensione di ognuno in rapporto alle circostanze aziendali di collaboratori, colleghi, clienti e partner dell’azienda.
Mirati laboratori in aula e percorsi di counseling individuali e di gruppo consentono di acquisire gli strumenti per realizzare questa importantissima alfabetizzazione emozionale, agevolando la comunicazione e l’ascolto tra gli attori, la lettura delle emozioni di ognuno, l’esplorazione delle difficoltà avvertite in una particolare fase del processo evolutivo migliorando così le relazioni interpersonali con un inevitabile incremento del livello di benessere complessivo dell’organizzazione.